Kubrick è tra i miei preferiti in assoluto, chiaramente.
Sbagli molto, su Nietzsche.
Nietzsche è un filosofo che fallì sostanzialmente nella sua speculazione essa stessa: la filosofia è apollinea per sua definizione. Egli esaltava, apollineamente, il dionisiaco. Il che è un ossimoro intrinseco, da cui anche il fallimento sostanzializzato dlela sua stessa filosofia (la sua vita, da cui egli stesso fu per primo sconfitto).
Ma amo molto Nietzsche, e sento i suoi dolori, come quelli di ogni essere umano 'illuminato', a me molto prossimi.
Sul tema della specchio di Dioniso, nascita della tragedia, etc. intrecciato alla cinematografia più recente, ti rimando a
un mio commento al notevolissimo
Dancer in the Dark.
Capisco bene quando tratteggia la tipica situazione di 'sovrainterpretezione artistica'. La mia visione dell'arte non è cervelloticamente fine a sé stessa, è un approccio che ho inviso. Tuttavia è necessario educarsi. Se l'arte è un linguaggio, un modulo e un canone espressivo, allora si tratta di un linguaggio proprio dell'artista, ed è necessario avvicianrsi a lui per intelleggerlo. Joyce mi sta strizzando l'occhio, mentre Finnegan veglia, sai? Tutto passa dal linguaggio autoctono, alla fine. Ho inviso pure l'ignorante che pensa di poter 'capire l'arte' o 'capire un opera' [=il contenuto/messagio di quella] senza studiare i motivi dell'artista che l'ha prodotta. C'è un simbolismo. Ci sono canoni espressivi. C'è una ricerca e un contenuto.
Se tutto questo non v'è, allora l'arte è arte vuota, ed è arte fasulla. In una mia reinterpretazione aristotelica (forse) ritengo che l'arte sia un sinolo di contenuto e forma. Sì, Lucrezio mi sta simpatico.
Espressi il punto sulla mia visione dell'arte in
un articoletto ormai datato che potresti forse avere la pazienza di leggere (non so se ne avrai il tempo).
A volte tu mi pare che ti dileggi solo col miele, però. E' tipico dei 'viziati culturali', non so se sia il tuo caso.
Ma NON venirmi a insegnare cosa sono io, cosa penso io. Questo risulterebbe in una chiusura dialogica da parte mia. Non sono un operaio, con tutto il rispetto per quelli, ho un livello autocognitivo che gli junghiani definiscono "sufficiente a rendere ogni tentativo di analisi clinica semplicemente insensato", e per di più Marx non era particolarmente illuminato, fatta salva una schietta analisi politoc economica della sua società che credo esistesse nella mente di tutti gli intellettuali del tempo, ma venisse taciuta forse perché troppo banale. Sì, il guadano è il ricavo meno la spesa e se lo tiene il padrone. Prima c'era la servitù della gleba, le corvee e talvolta persino lo ius primae noctis. E ancora oggi esistono caste dominanti, com'è cattivo il mondo, nevvero?
E io ho il NeoGeo e Ngwongo muore di difterite nel povero villaggio che Giobbe Covatta ha abbandonato per candidarsi alle comunali di Roma. Come piango.
PS
Sia Kill BIll che la trilogia del signore degli anelli sono cose patetiche, davvero. Sul secondo scrissi due righe
qui: è persino paradossale che tu possa apprezzare Kubrik e poi un cinema del genere. Sul primo, la cui traduzione in italiano fu pure non-creditata farina del mio sacco, che dire? Si tratta di un manierismo da cinefilo sciatto, americano, censurabile. Davvero,
il bello è altra cosa.